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Cattedrale dei Santi Massimo e Giorgio (Duomo dell'Aquila)

L'Aquila - Edificio di culto

È il principale luogo di culto dell'Aquila. Edificata nel XIII secolo, venne distrutta dal terremoto del 1703 per essere successivamente restaurata nel XIX e nel XX secolo. Gravemente danneggiata dal terremoto del 2009, è attualmente inagibile. L'edificazione della Chiesa è legata alle vicende della fondazione della città; l'edificio venne poi ricostruito in seguito al terremoto del 1315, il primo della storia aquilana, con l'aggiunta di un rivestimento in conci di pietra. L'impianto strutturale duecentesco, a tre navate con abside e transetto, rimase immutato sino al crollo del 1703. Tra il 1461 e il 1480, la Chiesa venne profondamente restaurata con la costruzione della scalinata sulla Piazza, delle cappelle laterali e, soprattutto, del Sepolcro del Cardinale Amico Agnifili, opera di Silvestro dell'Aquila. Al XVI secolo risalgono l'innalzamento della torre campanaria, opera di Girolamo Pico Fonticulano, e la sopraelevazione della copertura. Dopo il 1703, del Duomo originario rimane solo il fianco settentrionale. Nel 1851 si decise di riedificare il prospetto principale in stile neoclassico, su progetto di Giambattista Benedetti. Al 1928 si deve la parte superiore, con l'aggiunta di due torri campanarie, la tripartizione mediante paraste e il portale in rame. Il rivestimento è a intonaco cementizio. L'interno, in stile barocco, è ampio e luminoso, con pianta a croce latina a navata unica centrale. Tra i dipinti si ricordano la "Disputa di Gesù tra i dottori" (XV-XVI secolo) di Francesco da Montereale, la "Presentazione di Maria al Tempio", di Baccio Ciarpi, e il "San Carlo fra gli appestati" (1888) di Teofilo Patini. Sull'altare maggiore vi è la "Madonna fra i Santi Massimo e Giorgio", di Girolamo Cenatiempo.



Via Arcivescovado, 35, L'Aquila

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