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Manifesto Pcp su riforma elettorale, 'Tu non puoi parlare'

"Sottocommissione per testo ma senza ascoltare voce cittadini"

Il gruppo consiliare Progetto Civico Progressista ha diffuso un manifesto dal titolo "Tu non puoi parlare di riforma del sistema elettorale". L'obiettivo - si legge in una nota - è di informare i cittadini valdostani, e in particolare i sottoscrittori della richiesta di referendum consultivo, che 33 Consiglieri regionali su 35 hanno detto 'No' a tale richiesta.
    "Il nostro gruppo - ricordano Erika Guichardaz e Chiara Minelli - nell'aprile 2022 ha depositato una proposta di legge di riforma del sistema elettorale sulla quale il Comitato per la riforma elettorale aveva raccolto 3.363 firme in tre settimane per chiedere al Consiglio regionale di permettere di conoscere l'orientamento popolare riguardo all'elezione diretta del Presidente della Regione e della sua maggioranza e alla preferenza di genere. Durante il dibattito consiliare che ha cassato il referendum abbiamo assistito alle più disparate argomentazioni per giustificare il voto contrario: dall'incapacità dei cittadini di comprendere gli eventuali quesiti referendari fino allo "stupro allo Statuto", dai cavilli giuridici fino agli attacchi alla legge regionale che garantisce gli strumenti di partecipazione diretta della popolazione. Noi riteniamo che tutti in Consiglio regionale debbano esercitare il loro compito che è anche quello di legiferare, ma l'elezione non può essere vista come una delega in bianco: l'ascolto della popolazione è fondamentale per ricreare un rapporto proficuo fra istituzioni e cittadinanza e non deve essere visto come una delegittimazione delle prerogative del Consiglio regionale".
    Per le due consigliere di Pcp "il 'no' pronunciato da 33 Consiglieri è una decisione grave volta a mantenere l'attuale sistema che consente agli eletti di fare e disfare maggioranze e governi senza tener conto della volontà degli elettori e creando continue instabilità, come è sotto gli occhi di tutti anche in questi giorni in cui si assiste all'ennesima crisi di governo e al prevalere dei personalismi sulla gestione della cosa pubblica". Concludono: "Si cerca ora di correre ai ripari istituendo una sottocommissione che dovrebbe elaborare una proposta di legge elettorale senza però ascoltare preliminarmente la voce dei valdostani. Parteciperemo naturalmente ai lavori, consapevoli tuttavia che l'effettuazione del referendum consultivo in primavera avrebbe permesso al Consiglio di scrivere una legge più rispondente al sentire dei cittadini. Cittadini che per noi non devono essere interpellati solo ogni cinque anni al momento delle elezioni regionali".

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