(ANSA) - ROMA, 10 DIC - Per gentile concessione del Premio
Campiello Junior-Biblioteche Pirelli pubblichiamo questo testo
inedito di Roberto Piumini scritto in occasione della scelta dei
tre finalisti della prima edizione del Premio, di cui è
presidente della giuria, annunciati il 10 dicembre.
"Chi scrive per ragazzi, chi stampa libri per ragazzi, chi
promuove o premia la letteratura per ragazzi, compie qualcosa di
molto più complesso, meritevole e rischioso di altri tipi di
scrittura, edizione e promozione. Perché non si tratta, con
questi lettori, di trasmettere temi esistenziali, culturali, o
emozioni da collocare nella memoria, nel sistema di un gusto
letterario, ma di dare linguaggio, parola conoscitiva ed
emozionale: dare parola nel senso antropologicamente più denso e
delicato.
Scrivere, pubblicare, promuovere narrazione per ragazzi, vuol
dire fornire modi di conoscenza, affettività, identità,
immaginazione e scopo. Questo non si risolve, come nella
letteratura dei tempi andati, con la descrizione di esempi e
modelli, o la sapienza minacciosa delle esortazioni, ma col dono
di un linguaggio ricco, che gioca e invita, creativamente ed
energicamente, alla varietà e alla possibilità del mondo. Di
questo la giuria del Premio Campiello Junior Biblioteche Pirelli
ha tenuto conto, tracciando, nella novantina di libri esaminati,
una separazione tra le narrazioni, realistiche, non realistiche
e storiche, che sembrano costruite su un canovaccio, o
addirittura un canone, di problemi psicologici e sociali
dell'adolescenza, e quelle che, pur negli stessi campi
narrativi, evitando la preoccupazione educativa, hanno reso con
invenzione e ricchezza di linguaggio, la pienezza umana ed
estetica dei personaggi. Si è trattato di una linea di
separazione non tematica, ma linguistica, che la giuria ha
tracciato e su cui ha fatto le sue scelte.
La giuria ha dunque guardato alle storie più che ai temi, o dove
si trattava di temi, ha apprezzato quelli resi maturamente, non
descritti e dichiarati, ma risolti in un corpo narrativo e
linguistico di originalità e qualità. La giuria non ha dato
valore alla spiegazione, ma alla ricchezza e potenza espressiva,
alle sfumature e alle ricchenti ironie.
E' sembrato poi alla giuria, seguendo l'idea di una proposta di
parola vivibile non solo nell'esperienza letteraria individuale,
ma in situazioni espressive sociali, che un premio come questo
dovrebbe estendersi, come stimolo sia alla produzione che
all'edizione, ad altre forme di narrazione, come la poesia
narrativa e la scrittura teatrale. Per quanto poco presenti nel
panorama editoriale, questi due modi, per il pubblico a cui si
rivolge e la natura orale e corale che è loro propria, farebbero
buon completamento con la proposta del romanzo". (ANSA).