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Zacchigna, la terapia genica anche per occhi e cuore

Non solo più malattie genetiche, il futuro schiude inediti scenari

Redazione ANSA

“La terapia genica che vuole utilizzare i geni come dei farmaci, quindi nasce per curare le malattie genetiche. Oggi, però, si è aperta progressivamente anche ad altre malattie complesse di cui conosciamo sempre più la componente genetica: malattie cardiovascolari, neurodegenerative, tumori. Quali sono le malattie di cui avremo principali successi probabilmente? Quelle in cui il distretto da curare è piccolo, come ad esempio l’occhio, oppure un cuore che ha subito un infarto del miocardio il cui il target terapeutico è la zona infartuata, che vogliamo indurre a rigenerarsi o a rivascolarizzarsi”. Lo ha detto all’ANSA la ricercatrice e medico Serena Zacchigna.

Per la scienziata, “un altro grande settore nel quale la terapia genica sta avendo e avrà dei successi, è costituito da tutte quelle malattie per la cui cura si possono prelevare cellule del paziente malato, introdurvi geni terapeutici e poi reintrodurre le cellule stesse nell’organismo del paziente”. Si tratta, ad esempio, delle “malattie della pelle, oppure di tutte le malattie del sangue, dove ci sono cellule staminali che oggi sappiamo recuperare e trattare, prima di infonderle nuovamente nello stesso paziente”. Zacchigna sottolinea che “per alcune di queste malattie quella genica è già una terapia di scelta, per altre lo diventerà nel prossimo futuro”.
Quali sono i tempi perché queste tecniche vengano comunemente applicate? “Credo, ad esempio, che l’arco temporale in cui posso immaginare di vedere una terapia genica per la rivascolarizzazione o la rigenerazione del cuore possa essere di cinque o dieci anni.

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