(ANSA) - ROMA, 27 MAR - Vietato indossare unghie finte a
scuola, in quanto "dannose per la salute e possono anche ferire
i compagni". La recente circolare di un istituto del torinese è
solo l'ennesimo caso di una prassi abbastanza diffusa: normare
in ambito scolastico comportamenti, atteggiamenti e
abbigliamento in modo che siano consoni al contesto. In mancanza
di una normativa nazionale, sono infatti numerose le scuole che
non si affidano solo al buon senso ma decidono di formalizzare
il tutto con indicazioni pratiche. A confermarlo sono le
indagini che periodicamente conduce il sito specializzato
Skuola.net, per monitorare cosa succede nelle nostre scuole.
Una di queste, realizzata qualche tempo fa, sembra proprio
sgomberare il campo dall'idea che l'iniziativa della preside
piemontese sia un episodio isolato. In quell'occasione, tra i
1.300 studenti di scuole secondarie intervistati, oltre 1 su 3
(più precisamente il 37%) raccontava di aver a che fare,
all'interno del proprio istituto, con regole comportamentali
giudicate dai diretti interessati "strane" se non addirittura
"assurde". Si va dal non poter andare in bagno in determinati
momenti della giornata all'impossibilità di indossare piercing
al naso, passando per l'obbligo di lasciare la classe durante la
ricreazione e per il divieto di scattare foto in classe se si
indossa una maschera. Insomma la fantasia, a detta degli
studenti, non manca.
Anche se i campi dove si concentrano i regolamenti di
istituto sembrano indirizzarsi soprattutto su due ambiti
precisi: il vestiario e lo smartphone. La stessa ricerca,
infatti, segnala come meno di 2 alunni su 5 (ovvero il 38%)
dicono di essere liberi di indossare in classe quello che
ritenevano più opportuno. Tutti gli altri invece, seppur con
varie sfumature, riportano di un "dress code" scolastico: per il
26% è messo nero su bianco su una circolare, al 33% viene solo
"suggerito" di vestirsi in modo sobrio, al 3% è imposta una
sorta di divisa scolastica. Un altro sondaggio di Skuola.net ha
mostrato come con i primi caldi i divieti sull'abbigliamento
diventano ancora più pressanti: circa 6 studenti su 10 devono
fare attenzione a come e quanto scoprono le gambe (con shorts,
bermuda o gonne) e oltre 1 su 2 badare anche alla parte
superiore del corpo (limitando l'uso di top, magliette corte o
canottiere).
Infine, parlando di divieti, non si può non ricordare la
battaglia che il ministero dell'Istruzione e del Merito sta
combattendo contro la presenza degli smartphone a scuola. Un
tema su cui, però, molti istituti si sono mossi in autonomia già
da tempo. A quanto evidenzia un terzo sondaggio di Skuola.net
realizzato qualche
settimana fa - con protagonisti 1.800 studenti (ancora una volta
di medie e superiori) - oggi quasi 6 alunni su 10 hanno regole
scritte anche sull'uso dei dispositivi personali in ambiente
scolastico. A cui va aggiunto un 21% che per ora non ha ricevuto
indicazioni ufficiali. (ANSA).
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