(di Antonio Pizzo)
(ANSA) - VITA, 14 MAR - Attività di integrazione svolte anche
tramandando ai migranti l'arte della realizzazione dei pani
votivi utilizzati per decorare gli altari in onore di San
Giuseppe. Accade a Vita (Tp) con l'iniziativa, promossa da Maria
Scavuzzo, presidente della Pro Loco Vitese, che è stata sposata
da Maria Cipponeri, responsabile delle strutture di accoglienza
per famiglie e uomini di Vita (Progetto Sai Marsala) e condivisa
da Paola Gandolfo, dell'associazione Spazio Libero onlus, che
assiste e svolge attività socio-culturali per disabili,
impegnata nel "Progetto Salemi, Gibellina e Vita… un mondo di
sapori".
Nei locali messi a disposizione dal Sai, si sono dati
appuntamento le volontarie della Pro Loco e i soci di Spazio
Libero per tramandare l'antica arte dei pani votivi a immigrati
bengalesi, egiziani, somali, tunisini e camerunesi. Preparato
l'impasto le volontarie hanno insegnato ai migranti le tecniche
di modellazione e di taglio attraverso le quali si conferiscono
forme artistiche ai manufatti prima di essere infornati.
I migranti sono quelli ospitati nel Centro di accoglienza di
Vita gestito dalla cooperativa sociale Badia Grande: 16 uomini,
in buona parte under i 30 anni, quattro coppie (due somale, una
nigeriana ed una tunisina), tre bambini e un adolescente che
"frequentando le scuole del posto - sottolinea una nota di Badia
Grande - si sono perfettamente integrati con i coetanei" di
Vita. "Gli uomini - continua la nota - sono maggiormente
integrati perché lavorano nelle aziende della cittadina, un po'
meno invece le donne che trascorrono il loro tempo a casa". E
progetti come questo vengono promossi "proprio per fare
socializzare" gli extracomunitari fra loro e con gli abitanti
del paese.
Oltre a preparare i pani votivi di San Giuseppe, le donne
vitesi hanno anche cucinato i piatti tradizionali della
festività (pasta col sugo di finocchietto selvatico condita con
pan grattato, olio extravergine di oliva e zucchero; nonché le
frittate di stagione a base di uova, formaggi, patate e
carciofi) e pranzato "tutti insieme in un clima sereno come se
abitanti del posto e 'forestieri' lo facessero da sempre".
L'iniziativa sarà oggetto di studio per sviluppare nuove forme
di integrazione multietnica. Una laureanda in Architettura
dell'Università di Palermo, Eloisa Gizzi, ha partecipato alla
giornata dei pani votivi raccogliendo testimonianze e scattato
foto la sua tesi, centrata sulla riqualificazione urbana del
centro storico di Vita connessa alle possibilità di
ripopolamento con gli immigrati. "Parlare di inclusione è
semplice - conclude la nota di Badia Grande - realizzarla non è
per nulla facile, visto che ancora certi pregiudizi dettati
dall'ignoranza sono difficili da estirpare. A Vita, il più
piccolo comune della provincia di Trapani, la popolazione si è
integrata con gli ospiti dei due centri di accoglienza del Sai
di Marsala e non vi è evento del paese che non venga condiviso
con i 'forestieri', come vengono generalmente chiamati dagli
abitanti del posto". (ANSA).
Migranti a Vita imparano a fare pani di San Giuseppe
Volontarie Pro Loco e soci di Spazio Libero tramandano l'arte
